Grande preoccupazione per il futuro dei circa 450 lavoratori impiegati nel reparto Fire

TERMOLI (CB), 14 Maggio 2025 - Doccia fredda per i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Termoli. I sindacati, al termine del consiglio di fabbrica, hanno confermato una notizia che desta non poca preoccupazione: entro la fine di maggio è prevista la chiusura definitiva della linea di montaggio del motore Fire. Un'icona della storia Fiat, oggi Stellantis, che cessa la sua produzione nello stabilimento molisano.
La notizia, riportata dall'Ansa, ha immediatamente messo in allarme le sigle sindacali Fim, Uilm, Uglm e Fismic, che esprimono forte preoccupazione per il futuro dei circa 450 lavoratori impiegati nel reparto Fire. Un reparto che ha rappresentato per anni un pilastro fondamentale della produzione termolese.
A rendere ancora più cupo il quadro, le incerte prospettive delle altre divisioni produttive presenti nello stabilimento. "La produzione dei motori 2000 benzina (Gme) non ha una prospettiva lavorativa a lungo termine poiché si tratta di un prodotto esportato quasi totalmente negli Usa e che, a breve, verrà sostituito da un motore prodotto in America. Il 1000 e 1500 (Gse) non sta producendo al massimo della capacità e si fa ricorso sistematico alla cassa integrazione", denunciano congiuntamente le organizzazioni sindacali. L'unica flebile speranza è legata all'auspicata ripresa della produzione della nuova 500, che però al momento non sembra in grado di assorbire la forza lavoro in esubero.
Anche l'annunciata produzione del nuovo cambio, la cui entrata a regime non è prevista prima della fine del prossimo anno, non rappresenta una soluzione numericamente significativa, occupando circa 300 dipendenti, ben al di sotto dei 450 attualmente impiegati nel reparto Fire.
Le preoccupazioni dei sindacati si estendono anche al progetto di riconversione del sito in una Gigafactory per la produzione di batterie per auto elettriche, la cui realizzazione, prevista inizialmente per il 2026, sembra sempre più incerta. "La chiusura del cambio prima e del Fire, oggi, era stata stabilita anche rispetto alla riconversione del sito produttivo in una Gigafactory, che avrebbe dovuto produrre già a partire del 2026 batterie per auto – continuano i rappresentanti dei lavoratori -. Questa prospettiva si sta sempre più allontanando, vista la sospensione del progetto da quasi un anno e da tutte le incognite che questa transizione green, mal governata, sta generando. La forte preoccupazione deriva dal fatto che, attualmente, per Termoli non sono previste nuove produzioni che possano traghettare lo stabilimento oltre il 2030".
Di fronte a questo scenario allarmante, Fim, Uilm, Fismic e Uglm hanno annunciato una serie di iniziative di sensibilizzazione sul territorio, rivolte sia alle istituzioni che ai cittadini, con l'obiettivo di tutelare l'occupazione e salvaguardare lo storico stabilimento automobilistico di Termoli. Il futuro di centinaia di lavoratori e di un importante polo industriale del Molise appare sempre più incerto.