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Venafro: la minoranza chiede procedure trasparenti

2024-08-12 19:45

Redazione

politica,

Venafro: la minoranza chiede procedure trasparenti

Pubblichiamo la nota dei Consiglieri di opposizione del Comune di Venafro, pervenuta in redazione

Pubblichiamo la nota dei Consiglieri di opposizione del Comune di Venafro, pervenuta in redazione

 

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Ci risiamo. L’efficienza amministrativa non appartiene a questo Comune.
L’argomento del giorno è la pubblicazione sull’albo pretorio di un bando esplorativo che recita
testualmente “L’Amministrazione Comunale intende valutare se reperire in Venafro, mediante
locazione immobiliare, una struttura idonea per allocarvi i plessi della scuola dell’Infanzia e Primaria
che fanno attualmente parte dell’Istituto Comprensivo “Don Giulio Testa” – sede distaccata
Camelot”, nel periodo 01/09/2024 – 30/06/2026.
Quali sono le “anomalie” che a nostro avviso vanno segnalate.
Le procedure di affidamento dei suddetti lavori risalgono all’agosto del 2023. Nel novembre 2023 i
lavori sono stati consegnati alla ditta affidataria e all’art. 5 del contratto di affidamento “Termini per
l’inizio e l’ultimazione dei lavori e penali”, è stabilito che i lavori devono essere ultimati entro 378
giorni naturali e consecutivi dal verbale di consegna dei lavori, ossia dicembre 2024.
Il bando esplorativo è stato pubblicato sull’albo pretorio in data 08 agosto 2024 e entro il 17 agosto
le istanze di coloro che possiedono immobili rispondenti alle caratteristiche dello stesso, devono
essere consegnate, per consentire la realizzazione di eventuali lavori di adeguamento e la consegna
al Dirigente Scolastico a partire dal 01/09/2024.
Dall’agosto del 2023 ad oggi la problematica non è stata presa in considerazione nonostante i lavori
(appaltati e consegnati a novembre 2023) prevedono espressamente la demolizione delle strutture
esistenti e quindi l’esigenza di reperire temporaneamente spazi alternativi fino alla completa
ricostruzione del plesso scolastico.
E allora chiediamo all’amministrazione le ragioni di questa “distrazione” riconducibile ad una scarsa
programmazione (la procedura per il reperimento di strutture alternative sarebbe dovuta partire
almeno contestualmente all’affidamento dei lavori) o peggio ancora ad una scarsa propensione alla
trasparenza. Ciascuno può ammettere (anche i non addetti ai lavori) che il bando, così concepito, è
accessibile a pochi sia in relazione al periodo di pubblicazione (settimana di Ferragosto) e sia al tempo
esiguo messo a disposizione dei cittadini per la presentazione delle istanze (circa 10 giorni). Questa
amministrazione riesce con azioni ripetute a sorprendere la popolazione o almeno crede di riuscirci,
approfittando delle elevate temperature e del disinteresse generalizzato dovuto alle ferie.
Qualcuno, invece, osserva e lamenta, per l’ennesima volta, l’assenza totale di procedure

“trasparenti”.
Il bando, recita altresì, che Il Comune di Venafro si impegna a valutare la possibilità del rilascio del
permesso a costruire, anche in variante o in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, per eventuali
cambi di destinazione d’uso, per la realizzazione di opere di completamento o accessorie o di
quant’altro fosse necessario per la piena funzionalità dell’immobile e a rilasciare in tempi brevi, tutti
i necessari nulla/osta o autorizzazioni per l’utilizzo dell’immobile (a proprie spese).
Dal 17 agosto (data di presentazione delle istanze) al 31 agosto (data di consegna delle strutture al
Dirigente Scolastico), la macchina del Comune (finora lentissima), con una accelerazione repentina,
è in grado di attuare una serie di azioni che consentono di colmare le inefficienze pregresse.
Ciascuno può trarre le proprie conclusioni.
Per ultimo il bando stabilisce che “locali scolastici dovranno essere resi disponibili per almeno 2 anni
scolastici, dal 01/09/2024 al 30/06/2026, con eventuali estensioni, con riserva di concordare
successivamente i termini contrattuali del rapporto”.
I lavori di demolizione e ricostruzione del plesso scolastico devono essere ultimati entro dicembre
2024 – a meno di varianti sempre presenti all’orizzonte (come stabilisce il contratto, il capitolato
speciale di appalto e il verbale di consegna dei lavori). Perché impegnare strutture private fino al
30/06/2026 (per la modica cifra di 3.000,00 €/mese) senza prevedere la possibilità di recedere
preventivamente qualora i lavori vengano completati prima del 30/06/2026?
Non si discute sull’esigenza di reperire tali strutture ma sull’opportunità di estendere il periodo di
utilizzazione delle stesse ben oltre i termini contrattuali di esecuzione dei lavori, a meno che non si
ammetta, fin d’ora, che i lavori non saranno ultimati entro la scadenza contrattuale (e anche di questo
qualcuno dovrà fornire adeguate spiegazioni).
L’interesse dei cittadini prima di tutto. Altrimenti sarà la Corte dei Conti ad accertare eventuali
responsabilità.