Superato in negatività solo dalla Sicilia

Campobasso/Isernia, 17 maggio 2025– La burocrazia si conferma un fardello insopportabile per le piccole e medie imprese molisane, costrette a una logorante lotta tra scartoffie, moduli, timbri e interminabili code agli sportelli pubblici anche solo per ottenere informazioni di base. A lanciare l'allarme è un recente studio della Cgia di Mestre, che colloca il Molise tra le regioni con la peggiore efficienza amministrativa non solo in Italia, ma quasi in tutta Europa.
Secondo l'analisi del centro studi, il Molise si posiziona al penultimo posto della classifica italiana, superato in negatività solo dalla Sicilia. A livello europeo, la situazione molisana è migliore unicamente di quella di due regioni bulgare: Yuzhen tsentralen e Severozapaden.
La Cgia si basa su una periodica indagine condotta nel 2024 dall’Università di Göteborg sulla qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni in 210 regioni dell’Unione Europea. I risultati per l'Italia sono stati tutt'altro che lusinghieri: la prima regione italiana in classifica, il Friuli Venezia Giulia, si colloca solo al 63° posto a livello europeo. Seguono la Provincia Autonoma di Trento (81°), la Liguria (95°) e la Provincia Autonoma di Bolzano (96°). Il Sud Italia, invece, registra le performance più negative: Puglia al 195° posto, Calabria al 197°, Molise al 207° e Sicilia al 208°, chiudono la graduatoria generale. La regione più efficiente dell'UE è risultata essere la finlandese Åland, mentre la maglia nera spetta alla regione bulgara di Severozapaden.
"Nonostante qualche timido passo in avanti fatto negli ultimi anni – evidenzia lo studio della Cgia – la complessità delle norme e, spesso, l’impossibilità pratica di applicarle rappresentano un ‘dramma’ insopportabile. Senza contare che i tempi medi per il rilascio di permessi e autorizzazioni da parte della nostra Pubblica Amministrazione restano tra i più elevati d’Europa; uno score da non andare particolarmente fieri e riconducibile, in particolare, a un livello di digitalizzazione dei servizi pubblici ancora troppo basso. Di conseguenza, a pagare il conto sono le aziende: che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche fondamentali alla loro attività produttiva."
Pur riconoscendo che anche nella pubblica amministrazione italiana esistano "punte di eccellenza" invidiate a livello globale, come nei settori della sanità, della ricerca, dell’università e della sicurezza, la Cgia sottolinea come "la macchina dello Stato nel suo complesso funziona mediamente con difficoltà, soprattutto in molte regioni del Mezzogiorno, dove l’inefficienza costituisce un tratto caratteristico di queste realtà pubbliche."
"A preoccupare cittadini e imprese sono i tempi di risposta e i costi della burocrazia che sono diventati una patologia non più sopportabile – conclude la Cgia – Avremmo bisogno di un servizio pubblico efficiente ed economicamente vantaggioso, invece, ci ritroviamo con una macchina pubblica ‘scassata’ che fatica a tenere il passo con i cambiamenti epocali in atto".