L'uomo era stato denunciato nelle scorse settimane dalla Questura di Campobasso per incitamento all'odio razziale

CAMPOBASSO, 18 Maggio 2025 – Una frase agghiacciante pronunciata da un funzionario pubblico di Campobasso ha scosso l'opinione pubblica, giungendo fino alle pagine nazionali de La Repubblica, che ha dedicato un articolo alla vicenda nella rubrica di Paolo Berizzi. L'uomo, dipendente di un ente che dipende da un ministero, era stato denunciato nelle scorse settimane dalla Questura di Campobasso per incitamento all'odio razziale, etnico e religioso attraverso i social network.
Oggi si è appreso il contenuto di alcuni dei suoi commenti, pubblicati sotto un post che riportava la tragica notizia della morte di alcuni migranti, tra cui due bambini, in un naufragio nel Mar Mediterraneo. La sua sconcertante reazione è stata: "Mi spiace non siano morti tutti. Non possono vivere persone che si mettono in mare su barchette".
Ma i suoi messaggi di odio non si sono fermati qui. Utilizzando il proprio nome e cognome, il funzionario ha anche pubblicato gravi offese all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, utilizzando frasi dal contenuto minaccioso e ingiurioso. Non sono state risparmiate neppure le istituzioni della Repubblica e le Forze Armate, alle quali ha rivolto specifiche minacce ai corpi politici e amministrativi dello Stato.
L'ondata di violenza verbale dell'uomo ha toccato anche la sfera religiosa, con gravissime offese indirizzate al Pontefice, proseguendo nel suo atteggiamento di odio verso ogni istituzione fino a postare frasi ingiuriose persino dopo la morte del Santo Padre.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno permesso di risalire all'identità del responsabile. A seguito di una perquisizione personale e domiciliare disposta dalla Procura della Repubblica, è stato sequestrato vario materiale informatico, tra cui un telefono cellulare, un computer e un tablet, oltre al profilo social utilizzato per la commissione dei gravi reati. La vicenda getta un'ombra inquietante sul contesto lavorativo e sociale del funzionario pubblico campobassano e riapre il dibattito sull'odio online e sulla responsabilità di chi ricopre ruoli istituzionali.