Un numero inferiore a quello presente in una singola borgata di una grande città

CAMPOBASSO/ISERNIA, 19 Maggio 2025– La fuga delle banche dal Molise non accenna a diminuire, anzi, nel 2024 la regione ha registrato un ulteriore preoccupante calo di sportelli (-3,8%), peggiorando una situazione che la vedeva già maglia nera a livello nazionale nell'ultimo quinquennio (-25%). A lanciare l'ennesimo allarme è la Fisac Abruzzo Molise, evidenziando una situazione particolarmente critica nella provincia di Isernia, dove si contano appena 17 sportelli bancari in tutta la provincia, un numero inferiore a quello presente in una singola borgata di una grande città.
Il segretario regionale della Fisac, Luca Copersini, sottolinea come la presenza bancaria in Italia sia fortemente concentrata in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, regioni che assorbono oltre il 40% degli sportelli, con una tendenza all'aumento di questa concentrazione. La situazione molisana è emblematica: "In Molise esistono banche soltanto nel 17% dei comuni. Nella provincia di Isernia appena 5 comuni su 52 presentano uno sportello bancario. Le aree interne risultano le più penalizzate dalle scelte degli istituti di credito, con la chiusura delle filiali che va di pari passo con lo spopolamento dei territori".
Copersini evidenzia come il passaggio dalle banche locali ai grandi gruppi bancari abbia accelerato questo processo. Analizzando il calo degli occupati nel settore, si nota una velocità nettamente maggiore rispetto alla chiusura delle filiali, suggerendo un drenaggio di occupazione dai territori meno floridi a vantaggio delle regioni più ricche.
La desertificazione bancaria ha anche pesanti ripercussioni sul credito, soprattutto quello destinato alle imprese. Nell'ultimo anno, a fronte di un calo nazionale del 3,2%, in Abruzzo e Molise la riduzione è stata rispettivamente del 6,1% e del 5%. In controtendenza, apparentemente, l'andamento dei depositi bancari, aumentati del 19% in cinque anni a fronte di una crescita nazionale dell'11%. Tuttavia, per il sindacato, questo dato, letto insieme al calo del credito, fotografa un tessuto economico in difficoltà, dove i risparmi delle famiglie restano immobilizzati per la mancanza di opportunità di investimento.
"Laddove le prospettive economiche non sono floride, gli imprenditori non sono stimolati ad investire e i loro risparmi restano sui conti – evidenzia la Fisac – Una situazione della quale le banche non sono le uniche responsabili, ma che certo non contribuiscono a migliorare. Possiamo anzi affermare che, viste la maggiore crescita dei depositi e la maggiore diminuzione dei finanziamenti rispetto alla media nazionale, i risparmi di abruzzesi e molisani finiscono sempre più per finanziare aziende di altre regioni".
Il sindacato lancia un allarme sulle conseguenze della riduzione della funzione creditizia delle banche, che apre spazi a finanziatori di altro genere, con il rischio che per i piccoli imprenditori l'ultima spiaggia diventi l'usura. Proprio in questo contesto, la Fisac evidenzia come nelle regioni di Abruzzo e Molise l'incidenza dei reati di usura sia nettamente superiore alla media nazionale.
Nonostante questo quadro preoccupante, la Fisac sottolinea l'istituzione presso la Regione Abruzzo dell'Osservatorio Regionale sul Credito come un primo passo positivo per affrontare il problema della desertificazione bancaria e promuovere iniziative a favore del microcredito. Il sindacato annuncia l'intenzione di attivare un osservatorio analogo anche in Molise nei prossimi mesi.