nota odg in replica a Sardelli – tutela della libertà di stampa e rispetto del lavoro Giornalistico.

Che i lavori di un qualsiasi Consiglio comunale possano sfociare in frasi poco opportune, noi giornalisti siamo abituati a recepirle e a digerirle. Col passare dei decenni siamo diventati bravi anche a farcele passare, specie quando si tratta di singoli episodi, ma quando il concetto diventa costante, allora la pazienza ha un limite. Per questo motivo giammai l’Ordine dei Giornalisti del Molise sarebbe corso ai ripari per tutelare l’onorabilità dei colleghi, per frasi sconnesse e sgrammaticate di un presidente di un Consiglio comunale. Tuttavia è il messaggio ripetuto e continuo da parte del presidente di Palazzo San Francesco Gianpiero Sardelli (che dovrebbe essere il garante dell’assise civica) che dà fastidio, che nuoce a chi ascolta e merita una puntuale e pronta riflessione. Non a caso l’Odg Molise si meraviglia di come il presidente di un Consiglio comunale possa ritenere che una stampa che riporta le gesta, i contenuti e le dichiarazioni di un consigliere comunale, durante l’assise civica in diretta, sia di parte, sia in qualche modo asservita a qualcuno o a qualcosa.
Nel giustificare l’allontanamento dall’aula del consigliere Cesare Pietrangelo, il Presidente ha affermato testualmente: «Ci sono le telecamere, si rivolga alle telecamere, c’è la sua stampa, è quello che voleva ottenere”, oppure “Ci sono le telecamere a cui aspirava di parlare”, oppure: “Il favore delle telecamere lo ha ottenuto. Adesso la intervistano, ecco qui in aula le telecamere al servizio del centrodestra che governa la Regione».
Tali parole risultano offensive, lesive della dignità e dell’onorabilità di tutti i lavoratori
dell’informazione, giornalisti e operatori tecnici inclusi, insinuando un utilizzo strumentale e di parte di strumenti di comunicazione che dovrebbero invece essere garanti della trasparenza e del diritto dei cittadini ad essere informati.
Il ruolo della stampa, infatti, è quello di vigilare, informare e documentare quanto avviene nelle sedi istituzionali, senza condizionamenti né discriminazioni, soprattutto quando grazie all’attuale Amministrazione comunale, la figura dell’addetto stampa dell’ente è stata soppressa. Alludere dunque a una supposta complicità tra gli operatori della comunicazione e una parte politica, senza alcun elemento concreto, è non solo un attacco inaccettabile alla libertà di stampa, ma anche una pericolosa delegittimazione della funzione democratica del giornalismo e di coloro che hanno scelto di seguire il Consiglio comunale di Isernia dando priorità ad altri appuntamenti.
L’Ordine regionale chiede che tali affermazioni vengano formalmente smentite e rettificate da parte del Presidente Sardelli, chiede che il presidente si scusi con i giornalisti, e auspica che in futuro tutte le autorità istituzionali, in particolare coloro che ricoprono ruoli di garanzia, adottino toni e comportamenti rispettosi del lavoro giornalistico e delle sue imprescindibili prerogative costituzionali.
Si confida in un pronto riscontro e in una riflessione condivisa da parte del Consiglio Comunale tutto su un tema così delicato e centrale per la vita democratica della comunità.