Appello all'Ordine dei Giornalisti: Vigilanza e Rispetto della Verità

ISERNIA, 3 Giugno 2025 – Il Presidente del Consiglio Comunale di Isernia, Sergio Sardelli, ha rilasciato una nota per chiarire la sua posizione in merito alle polemiche scaturite a seguito dell'ultimo Consiglio Comunale e alla successiva nota diffusa dall'Ordine dei Giornalisti del Molise. Sardelli ha voluto offrire una ricostruzione dei fatti per contestualizzare le sue dichiarazioni, che avevano suscitato la dura reazione della stampa e dell'opposizione.
"È opportuno innanzitutto partire da una puntuale ricostruzione dei fatti, per attribuire a quanto accaduto il senso più compiuto e corretto," ha esordito Sardelli. Ha quindi descritto uno "spiacevole e gravissimo episodio" verificatosi nell'Assise di venerdì 30 maggio, quando un consigliere di opposizione avrebbe tentato di portare la discussione su un tema non all'ordine del giorno. "Nel mio ruolo di Presidente ho più volte fatto presente che era necessario attenersi al punto in discussione, che in quel momento era la richiesta di un minuto di raccoglimento per le vittime palestinesi a Gaza."
Secondo Sardelli, il consigliere, "sprezzante dei richiami, con fare provocatorio, insisteva nel procedere sottolineando che questioni relative al bilancio fossero più importanti della questione palestinese." A quel punto, di fronte alle "intemperanze ripetute e lesive del decoro della seduta," Sardelli ha ritenuto necessario allontanare il consigliere dall'aula, pur avendo rassicurato sulla possibilità di trattare l'argomento del bilancio in un secondo momento. Il Presidente del Consiglio ha quindi spiegato il contesto delle sue parole, riportate testualmente nella nota dell'Ordine dei Giornalisti ("Le telecamere al servizio del centrodestra che governa la regione", "c’è la sua stampa", "è quello che voleva ottenere", "adesso la intervistano"). Sardelli ha precisato che tali affermazioni non erano "dirette alla stampa né alla televisione nel loro complesso, ma riferite solo alle 'telecamere' chiaramente riconducibili a una specifica parte politica."
A conferma della sua tesi, Sardelli ha evidenziato come le stesse "telecamere" abbiano abbandonato i lavori e seguito il consigliere espulso nella stanza adiacente, con le sue urla udite perfino dall'aula mentre il Consiglio osservava il minuto di silenzio. “Come Presidente mi domando: quale comportamento è da stigmatizzare? L’Ordine dei giornalisti non può far finta di non vedere che durante un importante momento di riflessione comune e sentita, la stampa abbia deciso di spostarsi e seguire un singolo consigliere, espulso per le numerose e provocatorie intemperanze in aula, finalizzate unicamente alla ricerca dell’esposizione mediatica.” Sardelli ha ribadito che le sue frasi "non erano rivolte alla stampa nel suo complesso", sottolineando di avere "rapporti personali e di stima con numerosi giornalisti che svolgono la propria funzione correttamente nel rispetto della deontologia professionale, contribuendo a un’informazione obiettiva e dall’importante funzione sociale."
Alla luce di quanto affermato, ha ribadito come non fosse sua intenzione offendere o screditare l’intera categoria dei giornalisti. Tuttavia, ha invitato l'Ordine a esercitare, "con la medesima solerzia dimostrata in questa occasione, quella funzione di vigilanza e controllo legate alla sua fondamentale missione, pretendendo sempre - cito la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti - 'il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede'."
Il Presidente del Consiglio ha infine auspicato che "verità", "lealtà" e "buona fede" vengano garantite in ogni circostanza, "evitando di strumentalizzare l’informazione a fini politici, con il rischio di danneggiare l’intera categoria." Consapevole dell'impatto delle sue dichiarazioni e del rischio di male interpretazioni se decontestualizzate, si è detto fiducioso che "in futuro, ciò non accada."