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Omicidio De Cesare: Cassazione conferma 24 anni per Pietro Ialongo

2025-06-20 20:22

Redazione

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Omicidio De Cesare: Cassazione conferma 24 anni per Pietro Ialongo

Dalle Indagini al Verdetto Definitivo

La Tragica Vicenda del Maggio 2022

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ROMA, 20 Giugno 2025 – Si è scritta oggi la parola "fine" su una dolorosa vicenda giudiziaria: la Prima Sezione della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Pietro Ialongo, confermando la condanna a 24 anni di carcere per l’assassinio della sua ex compagna, Romina De Cesare, la giovane donna molisana originaria di Cerro al Volturno.

L'udienza si è svolta questa mattina a Roma, alla presenza del padre della vittima, Mario De Cesare, visibilmente scosso da questo epilogo giudiziario. Proprio ieri, la sua Romina avrebbe compiuto 39 anni, un'ulteriore nota di tristezza in una giornata segnata dalla conferma della pena.

"Finalmente – ha commentato l'avvocato Danilo Leva, legale di parte civile insieme a Fiore Di Ciuccio – si scrive la parola fine su una vicenda giudiziaria molto dolorosa, con la soddisfazione professionale di aver potuto supportare e veder affermare, in via definitiva, le tesi dell’accusa".

Pietro Ialongo, 38enne perito informatico, aveva confessato il delitto nel maggio del 2022. Nonostante le sue dichiarazioni iniziali ("Non volevo ucciderla. La amo"), l'uomo era stato arrestato con l'accusa di aver prima strangolato e poi ucciso a coltellate l'ex fidanzata, Romina De Cesare, con cui continuava a condividere lo stesso appartamento in via del Plebiscito a Frosinone, seppure la loro relazione fosse ormai terminata. La gelosia ossessiva del 38enne è stata indicata come la causa scatenante del delitto.

La confessione di Ialongo, resa ai Carabinieri nella notte successiva all'omicidio, chiarì immediatamente alcuni aspetti della tragedia. Un bloc notes rinvenuto da polizia e carabinieri durante una perquisizione conteneva una frase che lo inchiodò ulteriormente.

Entrambi originari dello stesso paese in provincia di Isernia, Cerro al Volturno, Ialongo non aveva accettato la fine del rapporto con Romina, che frequentava un altro uomo. Dopo essere stato fermato dai Carabinieri in stato confusionale a Sabaudia e aver trascorso alcune ore al pronto soccorso di Latina, l'uomo ricostruì spontaneamente le ore precedenti al delitto: la lite sfociata in tragedia, culminata con oltre dieci coltellate che posero fine alla vita della 36enne. Successivamente, un giro senza meta con la sua auto, un'Audi A4, verso il mare, dove fu casualmente ritrovato dai Carabinieri seminudo, con escoriazioni e graffi, sulla spiaggia.

Romina De Cesare, poche settimane prima della sua morte, aveva postato sui social una foto aderendo a una campagna contro la violenza femminile, un tragico presagio di quanto sarebbe accaduto di lì a poco. I giudici non hanno accolto il ricorso della difesa incentrato sulla richiesta di una nuova perizia psichiatrica e sull'insussistenza delle aggravanti, vale a dire lo stalking e la coabitazione.

Le indagini erano partite a seguito della segnalazione del compagno della donna, insospettito dal fatto che Romina non dava più notizie dalla notte precedente tra il 2 e il 3 maggio del 2022. La Squadra Mobile entrò nell'abitazione, trovando il cadavere della 36enne, mentre i Carabinieri di Sabaudia ritrovavano l'ex fidanzato della vittima.